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Un progetto di valorizzazione turistica del sito Unesco palafitticolo di Palù di Livenza è allo studio dell’Amministrazione regionale di concerto con i Comuni di Caneva e Polcenigo e con la Soprintendenza Mic del Friuli Venezia Giulia. Se ne è parlato ieri a Polcenigo durante un sopralluogo compiuto dagli assessori regionali alla Cultura e sport e alle Risorse agroalimentari, forestali, ittiche e montagna che si sono confrontati con gli amministratori locali e con gli esperti di tutela dei beni culturali sulle azioni da mettere in campo per rendere più facilmente raggiungibile e più attrattivo dal punto di vista didattico-turistico uno dei cinque siti Unesco della nostra regione, che come è noto sono Aquileia, Cividale, Palmanova, Dolomiti Friulane e appunto Palù di Livenza.
Il primo passo sarà realizzare un secondo accesso al sito alternativo a quello da via Longone che collega da Sud Caneva e il Palù. Come ha spiegato l’esponente della Giunta regionale delegata alla Cultura, l’accesso da Nord consentirebbe di intercettare i flussi turistici già diretti alle sorgenti e alla Chiesa della Santissima Trinità. Un obiettivo reso possibile dall’acquisizione, da parte del Comune di Polcenigo, della proprietà di due terreni. La seconda azione riguarda la ricostruzione a scopo didattico di alcune capanne ed elementi lignei che riproducano le sembianze originali del sito palafitticolo preistorico.
Il Palù è stato iscritto nella lista del patrimonio mondiale nel 2011, tra i siti palafitticoli preistorici dell’arco alpino, assieme ad altre località italiane di Piemonte, Lombardia, Trentino e Veneto, testimonianza eccezionale di valenza archeologica e naturalistica e della vita nelle aree umide durante il Neolitico.
Ad occuparsi della ricostruzione di queste testimonianze sarà il Servizio Forestale della Regione Fvg attraverso le maestranze specializzate del personale operaio che, seguendo le linee guida che saranno dettate dalla Soprintendenza, eseguiranno le riproduzioni nel rispetto delle essenze lignee e delle tipologie di costruzione più fedeli alle originali. Il Comune di Caneva rientra fra i Comuni beneficiari del riparto di 390 mila euro complessivi a sostegno del patrimonio regionale Unesco, finanziamento annuale con cui la Regione garantisce interventi di gestione ordinaria e interventi di promozione e sostegno della conservazione, fruizione e valorizzazione dei siti Patrimonio dell’Umanità.

Le Palafitte di Fiavè sono la dimostrazione di come un sito preistorico possa essere valorizzato non solo dal punto di vista archeologico e conservativo, ma anche in termini di attrattività turistica. Un’esperienza che potrebbe essere proposta anche in Friuli Venezia Giulia nel sito palafitticolo del Palù del Livenza. E’ quanto aveva affermato l’assessore regionale alla Cultura visitando visitato il parco archeologico e il museo palafitticolo di Fiavè, in provincia di Trento. Come evidenziato dall’esponente dell’esecutivo, a Fiavè si è deciso di ricostruire, accanto all’area archeologica, un vero e proprio villaggio con la riproposizione in grandezza naturale dei pali di sostegno delle capanne. Uno strumento efficace per fare capire a tutti, in primis a bambini e ragazzi, come si svolgeva la vita nell’Età del Bronzo.
Secondo l’assessore alla Cultura si tratta di una scelta che si è rivelata senza dubbio vincente, visto l’incremento delle presenze turistiche e che potrebbe essere replicata anche nella nostra regione al Palù di Livenza, dove si può pensare ad una ricostruzione nel perimetro del sito archeologico. Entrambi i siti sono entrati, infatti, a fare parte del Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’Unesco nel 2011 nell’ambito dei “Siti Palafitticoli Preistorici dell’Arco Alpino” e contengono un inestimabile patrimonio archeologico, come dimostrano i reperti che vengono rinvenuti anno dopo anno.
La Regione è in prima linea nella valorizzazione e nella preservazione dell’enorme patrimonio culturale del territorio. Grazie ai fondi previsti dalla legge regionale 11/2019 che prevede stanziamenti per i siti Unesco minori del Friuli Venezia Giulia è stato possibile completare gli scavi della quinta campagna del Palù di Livenza che hanno portato in luce i resti del primo e più antico villaggio palafitticolo neolitico risalente al periodo tra il 4300 e 4200 avanti Cristo. L’obiettivo, come aveva rimarcato l’assessore, è ora quello di valorizzare ancora di più l’intera area, rendendola più attrattiva anche per turisti e visitatori, seguendo magari l’esempio di Fiavè. Come si diceva, in Friuli Venezia Giulia ci sono ben cinque siti Unesco che attraversano periodi storici diversi e che possono essere raggiunti in breve tempo: sta a noi preservarli e fare emergere pienamente il loro enorme potenziale.

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In copertina e qui sopra la zona palafitticola di Fiavè, in Trentino, esempio di come potrebbe essere valorizzato il Palù di Livenza. All’interno, uno scorcio dell’area friulana in cui sono avvenuti gli scavi archeologici.

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